Tutela del credito e nuovo Codice della Crisi d’Impresa: lo scenario
Con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, a partire dal 15 luglio 2022, le aziende dovranno utilizzare indici (KPIs) che misurano i risultati conseguiti.
I KPIs, letteralmente Key Performance Indicators, sono di fatto degli Indicatori di Prestazione Chiave, che, per essere calcolati, chiedono all’azienda di effettuare un monitoraggio rapido e continuo del proprio ‘stato di salute’.
Attenzione: l’adempimento non è facoltativo, ma al contrario è un obbligo di legge, a cui le imprese dovranno adeguarsi e far fronte attivando necessariamente degli strumenti specifici.
Lo schema di legge del nuovo Codice della Crisi d’Impresa specifica, infatti, quali sono gli strumenti che l’imprenditore deve utilizzare per rilevare tempestivamente l’esistenza dello stato di crisi o di insolvenza.
Riassumendo, con il nuovo Codice della Crisi d’Impresa, l’imprenditore dovrà:
- Rilevare gli eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario;
- Verificare la non sostenibilità dei debiti e l’assenza di prospettive di continuità aziendale per i 12 mesi successivi e i segnali di allarme identificati dall’art. 3 comma 4 del nuovo Codice della Crisi di Impresa;
- Ricavare le informazioni necessarie per effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento.
La visione del nuovo Codice della Crisi d’Impresa è stata più volte definita ‘conservativa’, ovvero diretta a contenere il più possibile i rischi di chiusura.
La tutela del credito passa, quindi, attraverso gli indicatori dove il focus è sulla sostenibilità degli oneri dell’indebitamento attraverso i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare.
Questo perché la crisi di liquidità è un tema centrale e cruciale per tutte le imprese, che con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi di Impresa saranno chiamate ad adottare strategie più mirate alla gestione del cash flow e, soprattutto, ad implementare nuovi strumenti di monitoraggio.
Pertanto, una gestione più accorta e mirata del cash flow, unita agli strumenti di monitoraggio, potranno aprire le strade a una presentazione migliore dell’impresa nei confronti del mondo creditizio.
Cosa chiedono le banche oggi
Con l’entrata in vigore delle nuove linee guida dell’EBA (Autorità Bancaria Europea) “Guidelines on Loan and Monitoring”, sono stati introdotti standard precisi e dunque rigorosi per l’assunzione, la gestione e il monitoraggio del rischio di credito verso le imprese.
Nel concreto, le banche oggi devono analizzare il rischio di credito attraverso una valutazione che tenga conto della capacità attuale e futura dell’impresa di onorarlo.
Gli obiettivi di questa stretta sono molti, fra cui prevenire la formazione di crediti deteriorati (che a dicembre 2021 ammontavano a 345 miliardi di euro, si veda questo articolo del Sole24Ore con circa 90 miliardi a pesare sui bilanci delle banche italiane).
Oggi le banche devono valutare con la massima attenzione l’attendibilità e la sostenibilità delle stime dei redditi e dei flussi di cassa futuri delle imprese.
In pratica, l’impresa dovrà adottare la cosiddetta gestione forward looking, una pianificazione che guarda e cerca di prevedere gli sviluppi futuri, che è un orientamento assolutamente in linea, con i nuovi adempimenti introdotti dal Codice della Crisi.
In questa visione, si inserisce infatti il dovere delle imprese che richiedono il credito di adottare assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati, al fine di rilevare tempestivamente i segnali di crisi.
Questo è uno dei principali nessi fra nuovo Codice della Crisi di Impresa e Tutela del Credito, perché con l’entrata di vigore della norma, gli imprenditori dotarsi degli strumenti necessari per fornire alle banche le informazioni che le linee guida dell’EBA ritengono necessarie la valutazione del merito creditizio.
Informazioni che il nuovo Codice richiede di produrre con costanza e precisione.
L’argomento è quanto mai attuale ed è stato protagonista di un convegno con tavola rotonda che ha riscosso grande successo in termini di partecipazione e di coinvolgimento.
La Tutela del Credito alla luce del nuovo Codice della Crisi d’Impresa
Il 16 giugno 2022 Euro Executive, storica società operativa nella gestione professionale dei crediti, ha organizzato il convegno con tavola rotonda “La Tutela del Credito alla luce del nuovo Codice della Crisi d’Impresa”.
Come visto, il nuovo Codice della Crisi d’Impresa pone l’attenzione sui processi di tutela del credito e sulle attività atte a garantire il buon fine dei pagamenti dei crediti che derivano dall’attività imprenditoriale.
Il convegno “La Tutela del Credito alla luce del nuovo Codice della Crisi d’Impresa”, si è concentrato su questo tema, con due interventi introduttivi e una tavola rotonda dove gli ospiti si sono confrontati “a ruota libera”, trattando liberamente gli argomenti proposti dal moderatore e con l’interazione del pubblico presente.
L’appuntamento si è tenuto nella sede di Confindustria Venezia Rovigo a Marghera in Via delle Industrie 19, presso il Palazzo Lybra, Sala Oro e all’evento hanno partecipato come relatori di eccezione, in rappresentanza delle società del GRUPPO 10:
- Francesco Rudello, Founder e A.D. di Albasoft Solutions:
- Andrea Isacchi, Founder e CEO di CR Expert
- Stefano Fasolo, Partner presso Counsel Srl
Lo strumento che tutela il credito e tutela l’azienda
Alla richiesta, che è ormai legge, di monitorare i flussi di cassa, risponde il software per la gestione della tesoreria GOLD.
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