I Minibond possono essere emessi da società italiane non quotate in borsa, dalle piccole e medie imprese definite dalla raccomandazione 2003/361/CE.
Si tratta di imprese con meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro oppure di imprese che dimostrano un totale di bilancio inferiore a 43 milioni di euro.
La durata dei minibond deve essere preferibilmente non inferiore a 36 mesi e il rimborso dei titoli può essere in un’unica soluzione o effettuata attraverso ammortamento del capitale.
Tasso e importo dei minibond vengono fissati al momento dell’emissione e considerano le caratteristiche dell’emittente, le sue esigenze e le richieste attuali del mercato.
A chi sono destinati i minibond?
Al pubblico di investitori professionali, di diritto o su richiesta.
Gli investitori professionali sono le persone che possiedono una maturata esperienza e competenza per prendere decisioni corrette in materia di investimento e che sono in grado di valutare i rischi nel loro complesso. Gli investitori non devono essere direttamente o indirettamente soci dell’azienda che emette i titoli.
Minibond: una forma di finanziamento alternativa alle banche?
Attualmente le imprese italiane sono finanziate per il 90% dalle banche e i minibond vengono interpretati come delle vere e proprie forme di finanziamento alternative, che permettono all’azienda di diversificare la propria esposizione finanziaria, attraverso l’emissione di titoli rivolti agli investitori.
L’emissione di minibond può quindi superare lo scoglio dell’accesso al credito bancario, spesso legato a formule molto rigide e a vincoli troppo restrittivi.
I minibond possono essere emessi a patto che l’emissione sia assistita da uno sponsor, che l’ultimo bilancio sua stato revisionato da una società preposta o da un revisore legale e che i titoli vengano collocati presso investitori qualificati.
Il minibond acquista quindi la natura di un prestito obbligazionario e sono già numerose le aziende che hanno emesso minibond in Italia avvalendosi di questo strumento, che permette di finanziare i progetti di sviluppo al di fuori del sistema bancario.
Minibond requisiti per le aziende
Come per il crowdfunding che abbiamo approfondito qui, anche i minibond sono uno strumento di finanziamento alternativo al classico accesso al credito bancario, che merita di essere approfondito in quanto rivela caratteristiche e peculiarità di grande interesse per le piccole medie imprese attive nel nostro paese.
Le imprese italiane sono oggigiorno finanziate nel 90% dei casi solo ed esclusivamente dalle banche, ma stanno crescendo e si stanno sviluppando forme alternative di accesso al credito, dal crowdfunding ai minibond.
Questi ultimi sono strumenti snelli, che possiedono una natura diversa e meno canonica rispetto al classico finanziamento, ma che possono essere sicuramente sfruttati per favorire la crescita aziendale.
È un dato di fatto che la normativa in merito ali minibond ha fatto seguito alla crescente difficoltà delle imprese italiane di accedere al credito tramite il canale bancario.
Le difficoltà possono essere reciproche e bloccare, talvolta, lo sviluppo di un’impresa che necessita di fondi adeguati per svilupparsi nel complesso o in determinati rami.
È in questo contesto che si inseriscono i minibond, quindi scopriamo quali sono i requisiti che le imprese devono possedereper potere accedere a questa forma alternativa di finanziamento.
I minibond possono essere emessi da società non quotate in borsa e le condizioni sono che:
- la società sia assistita da uno ‘sponsor’;
- l’ultimo bilancio societario venga revisionato da una società di revisione o da un revisore legale;
- i titoli minibond vengano collocati preso un bacino di investitori qualificati e circolino solo ed esclusivamente fra tali investitori, che non devono essere soci, direttamente o indirettamente.
Minibond: la legge di riferimento
A conti fatti si tratta di un vero e proprio prestito obbligazionario, di uno strumento di finanziamento per le piccole e medie imprese italiane. Le imprese non quotate possono infatti emettere i Minibond e i soggetti interessati sono le imprese definite dalla raccomandazione 2003/361/CE. Si tratta di imprese con:
- meno di 250 dipendenti;
- un fatturato annuo inferiore a €50 milioni;
- oppure un totale di bilancio inferiore a €43 milioni.
Per quanto riguarda lo sponsor, si tratta di banche, di imprese di investimento, di società di gestione armonizzate, di società di gestione del risparmio SGR, di società di investimento a capitale variabile SICAV, di banche autorizzate all’esercizio dell’investimento con sede extra europea ma con autorizzazione a prestare questi servizi nel territorio italiano e di intermediari finanziari che sono iscritti nell’apposto elenco del T.U. bancario.
Gli attori coinvolti nell’emissione di Minibond
I minibond sono titoli di prestiti obbligazionari che possono essere emessi da società non quotate e che rispondono a determinati criteri di crescita e di dimensione.
Il decreto di riferimento è il Decreto Legge n. 83 del 22 Giugno 2012, detto Decreto Crescita e successivi, che ha introdotto la possibilità per le Piccole Medie Imprese di emettere questi prestiti come alternativa al canale bancario. Lo scopo dichiarato è di aiutare le PMI a reperire finanziamenti in uno scenario complicato e frammentato come quello del post crisi, rendendo il sistema dei finanziamenti meno banco-centrico. Nell’operazione di emissione di minibond sono coinvolti molti attori, quindi vediamo quali sono i maggiori e i loro ruoli.
- Gli ADVISOR: si tratta del primo soggetto con il quale l’azienda che ha intenzione di effettuare le missioni di minibond si confronta. L’Advisor si impegna a guidare la strategia dell’operazione, quindi timing, controvalore dei titoli, scadenze ed eventuali tassi di interesse e aiuta l’impresa anche negli adempimenti normativi. L’Advisor si occupa inoltre di raccogliere,di elaborare e di trasmettere tutte le informazioni che vengono richieste dagli investitori impiegando un coerente sistema di controllo interno;
- I CONSULENTI LEGALI: verificano il rispetto delle norme sulle emissioni dei minibond, quindi la correttezza delle procedure e i contratti, occupandosi anche delle tutele degli investitori;
- La SOCIETA’ DI REVISIONE: questo attore si occupa di certificare il bilancio della società, una precondizione necessaria per procedere con le emissioni di minibond;
- L’ARRANGER: si tratta di chi colloca i titoli e si interfaccia sul mercato degli investitori, presentando il progetto e raccogliendo le informazioni relative al gradimento;
- La BORSA ITALIANA: è importante considerare che le società che decidono di effettuare delle emissioni di minibond possono collocare i titoli presso il segmento ExtraMOT di Borsa Italiana, approfittando di un costo contenuto e di una procedura semplificata;
- Gli INVESTITORI: l’ultimo, non per ordine di importanza, attore coinvolto nelle emissioni di minibond è costituito dagli investitori, ovvero i clienti finali dell’intero processo di raccolta del credito. Si tratta di investitori professionali, ovvero Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio quali fondi chiusi e aperti, speculativi, di pensione, finanziarie regionali, fondazioni, società assicurative e banche.
Gold Tesoreria aiuta le PMI nella gestione dei flussi di tesoreria con software innovativi, semplici nell’uso e chiari nei risultati. Per scoprire le loro caratteristiche vi invitiamo a cliccare qui.
La corporate finance per Minibond
Abbiamo visto che i minibond sono strumenti alquanto interessanti per le aziende, che possono eleggerli a vere e proprie alternative all’accesso al credito bancario.
Molti sono gli attori che entrano in gioco nelle operazioni di emissione e fra essi vi sono i servizi di Corporate Finance per minibond. Si tratta di attività che vanno ad affiancare gli imprenditori nell’accesso al mercato, sia esso quotato o meno, offrendo specifici servizi di consulenza e pianificazione.
Si tratta di un servizio di advisor dove, in primo luogo, viene effettuato uno studio preliminare di fattibilità, che ha lo scopo di verificare quale sia lo strumento finanziario più idoneo all’azienda. Gli imprenditori vengono quindi assistiti nel processo di emissione e viene solitamente costruita una debt story, che va a massimizzare il rendimento dell’operazione nel suo complesso.
Il servizio di Corporate Finance per minibond va quindi ad identificare quali sono i soggetti professionali coinvolti e le controparti che entrano in scena nell’emissione degli strumenti, come ad esempio gli studi legali, gli sponsor, le società di revisione e anche le società di comunicazione che si occupano di far conoscere l’emissione al giusto pubblico di investitori.
In questo modo l’azienda può definire un chiaro quadro non solo delle persone coinvolte, ma anche dei costi che l’impresa deve sostenere in una prima fase di strategia e di emissione.
Corporate Finance per Minibond: la gestione dei ruoli
A questa fase preliminare segue quindi il processo di emissione dei titoli, che implica la coordinazione dei soggetti coinvolti e la conclusione dell’emissione con la reciproca soddisfazione per l’azienda e i clienti sottoscrittori.
È importante considerare che l’emissione dei minibond è un’operazione strutturata e che chiede a monte una profonda conoscenza del mercato, nonché delle dinamiche che regolano questi strumenti di accesso al credito alternativi.
Ovvero, che la gestione venga affidata internamente se vi sono le competenze adeguate oppure destinata alla Corporate Finance per minibond esterna che permette di organizzare l’intera emissione in ogni singola fase, con la sicurezza di costruire un processo rispettoso della legge, ben organizzato e favorevole per tutti i soggetti coinvolti.
Gold Tesoreria propone ai clienti innovativi e strategici software di gestione del flusso di tesoreria. Per contattare velocemente l’azienda ti invitiamo a cliccare qui, per scoprire tutti i benefici che i servizi Gold apportano alla gestione aziendale.
Minibond e vantaggi fiscali
Per quanto riguarda i minibond tassazione e vantaggi fiscali sono fra le principali ragioni che muovono le aziende ad emetterli e a sfruttarli come fonte di finanziamento alternativa alla richiesta di credito.
Il principale vantaggio dei minibond è legato alla possibilità di dedurre gli interessi passivi, ovvero quelli che vengono pagati a chi sottoscrive i minibond, nel limite del 30% del risultato operativo lordo.
Ciò è possibile nel caso in cui i titoli siano quotati nei mercati regolamentati, nella white list o in a sistemi multilaterali di negoziazione europei.
La corposa deduzione è permessa anche nel caso in cui i minibond siano detenuti da investitori professionali, a patto che non sussista controllo diretto o indiretto più del 2% del capitale o del patrimonio dell’azienda che li emette.
Vi è quindi l”interessante possibilità di dedurre le spese legate all’emissione come ad esempio quelle di consulenza e l’applicabilità dell’imposta sostitutiva dello 0.25% (finora riservata alle banche) quando vi sono specifiche garanzie collegate all’emissione dei titoli.
Vantaggi per Chi Investe
Anche chi sottoscrive i minibond ha diritto ad alcuni interessanti vantaggi, quali l’esenzione dal regime di ritenuta d’acconto del 26% alla fonte sugli interessi e sugli altri proventi
Le compagnie assicurative possono investire fino al 3% delle loro riserve tecniche in questi titoli e l’investimento nel suo complesso può coinvolgere le cartolarizzazioni in quanto aperto alle SPV, le società veicolo o special purpose vehicle e ai covered bond bancari che possono essere garantiti da minibond.
Investitori specifici come intermediari finanziari, banche e gestori possono inoltre chiedere garanzie di una percentuale del valore nominale al Fondo Centrale di Garanzia, variabile in base alla tipologia di rimborso del titolo.
Gold Tesoreria è il software che ti permette di gestire con cura, precisione e semplicità la tua tesoreria aziendale. cliccare qui