Le nuove guida Eba si inseriscono in un contesto alquanto complesso.
Il 2020 e l’inizio del 2021 hanno infatti chiesto alle imprese italiane di adeguarsi per poter lavorare anche in condizione di pandemia, di cambiare i propri modelli operativi e di sviluppare modelli di pianificazione finanziaria per ‘sopravvivere’ alla crisi post-Covid.
In più, il 2021 sarà l’anno dell’entrata in vigore del Codice della Crisi di Impresa, slittato dal termine previsto del 1 settembre 2020 al 1 settembre 2021 secondo il Decreto Liquidità.
Il Codice della Crisi di Impresa chiederà quindi alle aziende di rafforzare il monitoraggio attraverso specifici indici (te ne parliamo approfonditamente qui) e di dotarsi di strumenti di calcolo e pianificazione finanziaria adeguati, per avere costantemente il polso della situazione ed eventualmente reagire con tempestività agli eventuali scostamenti che potrebbero far presagire uno stato di crisi aziendale.
La dead line del credito per quanto riguarda le linee guida Eba è invece il 1 luglio 2021, analizziamola assieme.
Luglio 2021: entrano in vigore le linee guida Eba
Le linee guida Eba avranno un impatto considerevole soprattutto sulle PMI, le Piccole Medie Imprese che costituiscono la ‘colonna dorsale’ dell’economia nazionale.
Secondo dati riportati dal Sole24Ore su fonte Prometeia, le PMI costituiscono il 92% delle imprese italiane attive (escluse quelle dormienti e a fatturato zero), impiegando l’82% dei lavoratori italiani.
Le PMI italiane sono maggiormente concentrate nel nord Italia, 53mila nel nord ovest e 40mila nel nord est, ma alquanto presenti anche nel centro Italia, 32mila e nel Mezzogiorno, 31mila.
Il valore aggiunto di queste imprese ammonta a 224 miliardi di euro ed è importante considerare che l’emergenza sanitaria ha sicuramente impoverito queste imprese, oggi chiamate ad affrontare difficoltà sempre maggiori per quanto riguarda l’accesso al credito.
Perché è proprio l’accesso al credito il tema che si lega alle linee guida Eba 2021, che introducono strette regole sulla gestione dei prestiti.
Il rischio riguarda soprattutto la nomea di ‘cattivo pagatore’, che potrà scattare se non viene onorato il pagamento di un debito entro 90 giorni (ad esempio uno sconfinamento di un fido o la rata di un mutuo).
La nomea di ‘cattivo pagatore’ ha effetti morali e pratici, perché ne derivano maggiori difficoltà ad accedere a crediti futuri, ovvero a recuperare la linfa che serve per far funzionare l’attività produttiva e, di conseguenza, produrre lavoro e ricchezza.
Cosa dovranno presentare le aziende per accedere al credito
Le linee guida Eba richiederanno alle aziende di produrre adeguati e verificati flussi informativi.
Si tratta di analisi storiche, correnti e prospettiche, che devono essere accurate, affidabili e tempestive.
Come crearle? È la domanda che gli imprenditori si stanno facendo in questo momento.
La risposta si trova in una vera e propria aggiunta di attività che le imprese sono chiamate a svolgere, ovvero nella formale gestione pianificata dei flussi di tesoreria (budget di cassa e obiettivi economico finanziari a medio termine) e nella pianificazione finanziaria, dove il tutto chiede di essere associato a un controllo pro-attivo dei rischi di impresa.
Questo è l’approccio che le banche metteranno in azione al momento di valutare i finanziamenti da erogare alle imprese, PMI comprese, come dimostrano le stesse indicazioni Eba:
“Nel valutare l’affidabilità creditizia di chi richiede il finanziamento, le istituzioni dovrebbero porre l’accento sul reddito futuro realistico e sostenibile dello stesso e sul flusso di cassa futuro, e non sulle garanzie collaterali disponibili. Le garanzie di per sé non dovrebbero essere un criterio predominante per l’approvazione di un prestito e non possono di per sé giustificare l’approvazione di alcun contratto di prestito ”.
Il cambio di visione è potente, perché il credito non viene più concesso sulla base di garanzie presenti, ma sulla capacità dell’impresa di dimostrare la sua attività, funzionalità e solidità futura.
Cosa serve a CFO e addetti per rispondere alle linee guida dell’Eba
L’unico modo per dimostrarla e procedere quindi a un buon accesso al credito è attuare una gestione finanziaria pianificata efficiente, che può essere realizzata solo con i corretti strumenti di calcolo.
Si tratta dei software per la gestione della tesoreria aziendale, che oggi più che mai servono ai CFO e agli addetti al comparto per poter procedere con la gestione corrente, ma soprattutto per effettuare simulazioni predittive con scenari multipli.
In questo modo l’azienda può recepire le linee guida Eba e trovarsi pronta ad affrontare un cambio epocale, che rende il rapporto con gli istituti di credito assolutamente diverso da come era prima.
In questo scenario, il software per la gestione della tesoreria GOLD è la risposta già scelta da centinaia di aziende e PMI in Italia, in quanto strumento chiaro, condivisibile, integrabile con i propri gestionali e pronto ad offrire una gestione del cash flow eccellente agli addetti ai lavori.
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