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Da oggi puoi gestire tutti gli indici della Crisi di Impresa (in modo immediato e in autonomia)

uomini davanti a un grafico, calcolo degli indici della crisi di impresa
Il Cndcec ha ricevuto il compito di elaborare gli indici della crisi di impresa necessari al completamento dei sistemi di allerta. Vediamo quali sono gli indicatori e come puoi calcolarli e gestirli in autonomia e in modo immediato, per disporre di dati veritieri in real time.

Tabella dei Contenuti

L’entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa è slittata al 16 maggio 2022 (*).

Ciò che resta importante per l’Azienda è la necessità di disporre sempre e comunque di un adeguato assetto organizzativo e monitorare in modo sistematico e continuo il proprio equilibrio economico-finanziario, anche con proiezioni prospettiche (**).

(*) Ne abbiamo parlato sul nostro Blog in un articolo dedicato: “Rinvio del Codice della Crisi di Impresa a maggio 2022 e nuova procedura di composizione negoziata: cosa cambia?”. (che puoi trovare a questo link)
(**) Il nostro software consente di eseguire in tempo reale proiezioni prospettiche della tesoreria. Chiedi informazioni.


Gli indici della crisi di impresa

Gli indici della crisi di impresa vengono chiamati anche indicatori di crisi e in totale sono 7.

Il primo arriva dal bilancio e assieme al Dscr  sono considerati indici validi per tutte le attività.

Ce ne sono quindi altri 5 di specifici per ogni settore, che grazie all’integrazione dei cruscotti GOLD Power BI puoi calcolare in completa autonomia.

#1 Il patrimonio netto negativo

Questo indice della crisi di impresa arriva dal ‘patrimonio netto’ (voce A della sezione passivo dello stato patrimoniale).

Al dato si devono sottrarre i crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti e gli eventuali dividendi che non sono ancora contabilizzati.

Secondo il comma 1, n.11-bis, nella voce patrimonio netto non si deve tenere conta della riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi, qualunque sia il saldo corrispondente.

#Dscr

Si tratta del più importante degli indici della crisi di impresa e ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo.

Per quanto riguarda questo indice, può essere ammesso solo se gli organi di controllo ritengono affidabili i dati impiegati per il calcolo a partire dal budget di tesoreria che viene impiegato per costruire i flussi di cassa rilevanti.

Il debt service coverage ratio deriva infatti da un budget di tesoreria che viene redatto dalla stessa impresa e che rappresenta le entrate e le uscite liquide che sono attese nei successivi sei mesi.

Per costruire un buon budget di tesoreria è quindi indispensabile avere a disposizione uno strumento affidabile, pratico e che monitori la tesoreria nel suo complesso, come la soluzione GOLD la Tesoreria, già scelta da centinaia di imprese in tutta Italia.

GOLD ti permette di calcolare questo indice in completa autonomia e di poterlo così monitorare nell’andamento in real time.

#3 (Settore) Indice di sostenibilità degli oneri finanziari

Si tratta dell’indicatore che misura la sostenibilità degli oneri di indebitamento con i flussi di cassa che possono essere generati dall’azienda.

Deriva dal rapporto fra oneri finanziari e interessi e fatturato (ricavi netti).

#4 Indice di ritorno liquido dell’attivo

Si tratta del rapporto fra cash flow e totale attivo dello stato patrimoniale, dove il cash flow è la somma del risultato dell’esercizio dei costi non monetari ( per esempio accantonamenti per rischi, ammortamenti…) meno i ricavi non monetari (imposte anticipate,…)

#5 Indice di adeguatezza patrimoniale

Questo indicatore è il rapporto fra patrimonio netto (a cui detrarre i crediti verso i soci ancora dovuti e i dividendi deliberati) e il totale dei debiti, indipendentemente dalla loro natura e dalla presenza di ratei o risconti passivi.

#6 Indice di liquidità

Fra gli indici della crisi di impresa vi è quindi quello di liquidità, che è il rapporto fra l’attivo a breve termine (somma fra attivo circolante esigibile entro l’esercizio successivo + ratei e risconti attivi) e il passivo a breve termine (tutti i debiti esigibili entro l’esercizio successivo + ratei e risconti passivi).

#7 Indice di indebitamento previdenziale o tributario

Si tratta del rapporto tra il totale dell’indebitamento previdenziale e tributario e il totale dell’attivo netto.

Tutti gli indicatori della crisi di impresa devono essere calcolati?

Se considerati singolarmente, questi indici della crisi di impresa rischiano di fornire valutazioni limitate, così come parziali indizi di una possibile problematica aziendale.

Il legislatore ha quindi chiesto il superamento delle 5 soglie stabilite.

Come si calcolano gli indici della crisi di impresa?

Solitamente il calcolo degli indici viene affidato al commercialista, ma ogni impresa è costantemente work in progress, quindi il rischio è fornire i dati, aspettare il calcolo e ottenere degli indici vecchi e quindi non realistici.

Questo non solo sarebbe controproducente ai fini del calcolo stesso, ma anche nei confronti delle decisioni strategiche che l’azienda merita di prendere in questa situazione.

La soluzione più interessante? Poterli calcolare in autonomia.

Grazie a GOLD La Tesoreria, software per la gestione del comparto innovativo e di nuova generazione, è possibile calcolare il DSCR e con l’integrazione con Power BI anche gli altri 5 indici di crisi di impresa settoriali in modo autonomo, contando su dati sensibili e real time, che fotografano realmente la situazione in essere.

Questo grazie alla nuova versione dei cruscotti, una miglioria tecnologica a disposizione dei clienti, per rendere il programma ancor più efficiente, concreto e al servizio delle necessità che le aziende possono incontrare con il nuovo Codice della Crisi di Impresa.

Clicca qui per richiederci tutte le informazioni che ti servono sul software e sulle sue integrazioni, per la migliore gestione della tua tesoreria aziendale.

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Redazione
La redazione di GOLD LA TESORERIA annovera professionisti specializzati nei settori della finanza, del fintech, del credito e della gestione di impresa. I contributi sono frutto dell’esperienza professionale e del costante studio, ricerche e studio di dati e statistiche.

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Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa dell’Insolvenza è una normativa che è stata scritta all’interno del Decreto Legislativo n.14 del 2019 e che recepisce una direttiva europea.

Quindi, come tutte le direttive europee, può risultare complicato armonizzarla con il sistema legislativo italiano, tant’è che è stata tradotta attraverso 391 articoli e va a riscrivere completamente la disciplina che riguarda il fallimento e la composizione della crisi da sovraindebitamento.

L’obiettivo del Codice della Crisi d’Impresa è definito: tentare di evitare l’insolvenza delle imprese.

Come? Fondamentalmente attraverso l’individuazione preventiva di alcuni segnali di difficoltà, che le stesse imprese possono evidenziare.

Parliamo di segnali, che le imprese oggi devono poter riconoscere per poter agire in via preventiva e salvaguardare l’attività, con tutto ciò che vi gravita attorno.

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Il punto è che la digitalizzazione delle banche è un processo che spinge a sua volta anche la digitalizzazione delle imprese e permette ad entrambe di operare nel quotidiano in modo snello e flessibile.

Un processo che chiede anche di evolversi rapidamente, perché oggi l’impresa ha necessità di interfacciarsi velocemente con gli istituti di credito, integrando i movimenti di home banking nella propria gestione della tesoreria.

Scopri nell’articolo come si posiziona l’Italia nel rapporto fintech e banche e perché questo processo interessa ogni singola azienda del tessuto nazionale, compresa la tua.

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C’è un modo per comprendere tutto questo al meglio, ed è ascoltarlo dalla voce dei protagonisti, di chi ogni giorno è a contatto con le imprese e ne conosce perfettamente le esigenze, le richieste e anche gli obiettivi.
Ecco quindi l’intervista ad Alessandro Vantaggiato, Sales Manager Italia, Gold La Tesoreria – Albasoft.

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