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I segnali di una possibile crisi di impresa e come prevenirli

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Il nuovo Codice della Crisi d'Impresa dell'Insolvenza è una normativa che è stata scritta all'interno del Decreto Legislativo n.14 del 2019 e che recepisce una direttiva europea. Quindi, come tutte le direttive europee, può risultare complicato armonizzarla con il sistema legislativo italiano, tant’è che è stata tradotta attraverso 391 articoli e va a riscrivere completamente la disciplina che riguarda il fallimento e la composizione della crisi da sovraindebitamento. L'obiettivo del Codice della Crisi d'Impresa è definito: tentare di evitare l'insolvenza delle imprese. Come? Fondamentalmente attraverso l'individuazione preventiva di alcuni segnali di difficoltà, che le stesse imprese possono evidenziare. Parliamo di segnali, che le imprese oggi devono poter riconoscere per poter agire in via preventiva e salvaguardare l’attività, con tutto ciò che vi gravita attorno.

Tabella dei Contenuti

La differenza con la vecchia Legge sul fallimento

La vecchia Legge sul Fallimento aveva come obiettivo quello di fissare un termine, ovvero da un certo momento l’azienda non esisteva più e, con la cessazione dell’attività, si verificava ovviamente una perdita di valore.

Perdita sia per l’impresa, che era un’organizzazione di mezzi e di persone che generava valore, ma anche e soprattutto per tutta la platea di fornitori e dipendenti che vi gravitava attorno.

Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa ha, invece, un obiettivo diverso: gestire preventivamente la crisi, per salvare l’impresa.

In sostanza, attraverso l’individuazione di segnali di difficoltà e attraverso l’impegno a provare a gestirli prima, si cerca di salvare la vita dell’impresa. 

In questo senso, la crisi non viene vissuta come un taglio netto tra l’esistenza dell’impresa e la cessazione della stessa, ma come un fenomeno che può far parte della vita dell’attività.

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Quali sono i segnali di difficoltà per l’azienda?

Proviamo a capire quali sono i segnali di difficoltà che indicano una possibile crisi di impresa. 

Il primo è dato da squilibri di carattere reddituale, patrimoniale e finanziario

Un esempio è:

  • la sostenibilità dei debiti per i sei mesi successivi, ovvero la sostenibilità degli oneri finanziari con i flussi di cassa 
  • il rapporto tra mezzi propri e mezzi di terzi, quindi la situazione patrimoniale dell’azienda. 

E, ovviamente, il ritardo dei pagamenti.

Come mettere nero su bianco questi squilibri?

Come definirli in modo analitico?

Il nuovo Codice della Crisi di Impresa introduce una serie di identificatori, che permettono di definire e quindi di capire quali sono i momenti di difficoltà dell’azienda. 

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Quali sono questi identificatori?

L’ultima versione del Codice prevede, ad esempio, che tra i ritardi dei pagamenti ci siano le retribuzioni non pagate per almeno 30 giorni, pari al 50% delle retribuzioni mensili. 

In sostanza, si tratta di aspetti che toccano le aziende, come i debiti verso i fornitori scaduti da almeno 90 giorni o le esposizioni nei confronti di banche scadute da 60 giorni (ad esempio rateali, magari già a due mesi, ma che l’azienda non sta pagando).

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L’aspetto dei creditori pubblici qualificati: lo scenario

I creditori pubblici qualificati (Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, eccetera) hanno un ruolo diverso rispetto a quello degli altri fornitori, che possono essere banche o aziende.

Se i creditori pubblici NON vengono saldati sono tenuti ad effettuare una segnalazione immediata all’imprenditore e, in un secondo momento, a segnalare l’azienda.

In sostanza, si crea uno scenario in cui i creditori pubblici qualificati devono essere saldati prima degli altri, altrimenti scatta una segnalazione.

E l’azienda può trovarsi, in questi casi, in estrema difficoltà.

Come evitare?

È vitale fare un’analisi precoce, effettuare una diagnosi all’interno dell’attività, come fondamentalmente la normativa prevede, ovvero l’azienda deve dotarsi di due strumenti. 

Il primo è un apparato di controllo, dove per apparato di controllo si parla sia di un collegio sindacale o similare, in base al volume d’affari dell’azienda, ma anche di tutta una serie di persone all’interno dell’azienda che devono essere deputate a questo ruolo. 

Il secondo, anch’esso identificabile come set di controllo, è l’insieme degli strumenti informatici che permettono all’azienda di verificare quali sono i propri indici della crisi di Impresa. 

L’apparato di controllo organizzativo, assieme all’apporto di controllo tecnologico/informatico  sono gli strumenti che permettono di far emergere un’eventuale crisi di liquidità. 

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Gli strumenti informatici per prevenire la crisi

In questa richiesta sta la grande differenza fra la Ex Legge Fallimentare e il nuovo Codice della Crisi di Impresa, che prevede importanti responsabilità per gli amministratori qualora l’azienda non si organizzi per gestire questi indicatori e si trovi, in un secondo momento, ad essere ‘invischiata’ all’interno della procedura dell’organismo di composizione della crisi. 

Gli strumenti informatici oggi ci sono e sono eccellenti dal punto di vista della funzionalità, della condivisibilità e della semplicità di utilizzo.

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Fonti: Il Codice della Crisi di Impresa in Gazzetta Ufficiale

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