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Come gestire la liquidità aziendale?

Come gestire la liquidità aziendale? Soprattutto quando è in eccesso? Alla domanda rispondono soluzioni di investimento alquanto interessanti. Scopriamo cosa riservano istituti bancari, certificates, fondi e polizze, per capire come l'azienda può investire in modo strategico, valutando rischi e rendimenti.

Tabella dei Contenuti

Come gestire la liquidità aziendale: lo scenario attuale

Prima di sapere come gestire la liquidità aziendale è bene capire dove siamo.

Occorre conoscere almeno poche ma imprescindibili caratteristiche del mercato finanziario, soprattutto perché una parte di esso si è profondamente trasformato, frantumando convinzioni che apparivano indistruttibili fino a pochi anni fa.

Viviamo una fase prolungata di riduzione dei tassi e di conseguenza, per avere maggiori rendimenti bisogna alzare l’asticella del rischio, affidandosi ad emittenti finanziariamente più precari.

Contemporaneamente, assistiamo alla presenza di una marea di liquidità presente nei depositi degli italiani: 1. 672.860 miliardi di euro secondo fonti Abi ad agosto 2020.

L’Irs (Interest Rate Swap), valore di riferimento del tasso di interessi applicato ad un mutuo a tasso fisso che può essere letto come tutela degli istituti qualora il costo del denaro fosse superiore alla rata fissata pagata dal mutuatario, è attualmente sotto lo zero per alcuni piani annuali (novembre 2020).

Nella prima settimana di novembre 2020 è stato infatti calcolato un’Irs a 8 anni a -0,35%, -0,30% a 9 anni e -0,26% 10 anni.

Se da un lato la situazione dei tassi di interesse sui mutui può spingere le persone ad acquistare immobili, dall’altro è importante considerare che quando si verificano tassi negativi sul lungo periodo, questa situazione non è conveniente per gli investitori, che si ritroverebbe a dover ‘pagare’ per mantenere i propri investimenti piuttosto che guadagnarne.

Gestione della liquidità aziendale: le soluzioni disponibili

Banche e depositi bancari

Esistono diverse soluzioni per gestire la liquidità, o meglio per investirla con gli strumenti che aziende e imprenditori hanno a disposizione.

Iniziamo dal più semplice, la banca e i depositi bancari, ma che oggi propongono rendimenti che rasentano lo zero.

Ad esempio, un deposito a sei mesi con condizioni promo può fruttare l’1,30% di tasso lordo e lo 0,96% di tasso netto, per raggiungere lo 0,70% a condizioni standard di tasso lordo e lo 0,50% a condizioni standard di tasso netto.

Amplificando la durata del deposito a 18 mesi si può raggiungere un tasso lordo di 1,40% a condizioni promo e un 1,04% di tasso netto, che si abbassa all’1% lordo a condizioni standard (0,74% netto)

Certificates

I Certificates (Certificati), sono strumenti derivati cartolarizzati emessi da banche di investimento. Sono derivati perché di fatto sono contratti che hanno come sottostante uno strumento finanziario.

I Certificates sono prodotti costituiti da strategie in opzioni, assemblate dall’emittente mediante l’acquisto e la vendita di opzioni OTC.

Certificati a capitale protetto

I certificati a capitale protetto sono certificati in cui la condizionalità può essere limitata solo al rendimento o anche ad una percentuale del capitale.

Il capitale viene restituito al valore nominale o ad una percentuale pre-determinata dello stesso qualora il sottostante a scadenza sia sotto il prezzo strike.

Certificate a cedola

I Certificati a Cedola sono certificates, a capitale protetto o condizionatamente protetto, che pagano premi (cedole) lungo la vita dell’investimento.

I premi possono essere condizionati o incondizionati:

premi condizionati: i premi vengono pagati all’investitore solamente se …. ;

premi incondizionati: i premi vengono pagati all’investitore indipendentemente dalle performance dell’attività sottostante.

Certificates equity protection

I certificate equity protection permettono di investire al rialzo su un’attività finanziaria sottostante proteggendo a scadenza, in tutto o in parte, il valore del prezzo di emissione del Certificate nel caso in cui l’attività finanziaria sottostante dovesse muoversi in ribasso.

Normalmente la partecipazione al rialzo è pari ad una % della performance del sottostante.

Ad esempio se il sottostante guadagna il 15% viene retrocesso il 50% del 15%.

Il regolamento dei certificati prevede il pagamento di una cedola incondizionata di circa l’1,5% annuale. Non c’è autocall e a scadenza si riceve il rimborso del capitale nominale maggiorato del 50% della performance dell’indice sottostante normalmente con un CAP posto al 20%

Fondi flessibili

I fondi flessibili sono fondi che non hanno un benchmark di riferimento nel senso che viene conferito al gestore un mandato ampio di gestione.

Il fondo investe in titoli sia a tasso fisso che variabile utilizzando un approccio absolute return: «punta» a generare un ritorno positivo nell’arco di 12 mesi in tutte le condizioni di mercato.

Elevato controllo del rischio con la duration che può variare tra valori positivi e negativi, ad esempio, -3 e +3 anni.

Investono in:

  • Titoli High Yield Fino al 40-50%
  • Titoli paesi emergenti fino al 20-25%
  • Operazioni di cartolarizzazione fino al 30-40%

Fondo obiettivo

Portafoglio-fondo obiettivo con titoli a scadenza che danno già un rendimento implicito obiettivo sicuro. La caratteristica strutturale di questi fondi è quella di avere una gestione dell’asset allocation sempre più conservativa con l’avvicinarsi della data obiettivo.

Il gestore cerca di generare un livello ottimale di rischio e rendimento in funzione dell’orizzonte temporale mettendo, se possibile, in portafoglio bond acquistati sotto la pari che a scadenza convergono a 100.

Polizze Ramo 1°

Una polizza vita è un prodotto assicurativo collegato ad un fondo obbligazionario garantito. Si tratta, pertanto, di un investimento finanziario a tutti gli effetti, sebbene esso sia vestito da prodotto assicurativo.

Una polizza di Ramo 1° presenta due caratteristiche fondamentali:

  1. ha una gestione separata a capitale garantito
  2. offre delle garanzie accessorie

È un patrimonio separato da ogni altro patrimonio della compagnia: quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno potrà toccare i capitali delle gestioni separate. In altre parole, il denaro che le costituisce può essere incassato solo dai clienti che vi hanno investito.

La gestione separata è un fondo di investimento «prudente» tramite il quale i premi dei clienti sono investiti in obbligazioni a basso rischio.

Tramite la gestione prudente dei fondi e la valorizzazione degli attivi al costo storico, le gestioni separate possono offrire rendimenti in linea con i rendimenti dei Btp. L’iscrizione in bilancio dei titoli al costo storico e il consolidamento annuale dei guadagni rende l’investimento nelle Polizze Ramo 1° praticamente immune dalle fluttuazioni del controvalore investito.

Oggi:

Nelle nuove polizze ramo 1° il rendimento minimo garantito non esiste più; la garanzia del capitale non è più mantenuta, ma viene garantita in percentuale (75%-80%).

Bisogna quindi puntare sulla riapertura di precedenti polizze ramo 1°, nate quando le condizioni erano diverse. Questo è possibile grazie alla fuoriuscita di qualche investitore istituzionale.

Questi sono alcune delle soluzioni che rispondono alla domanda come gestire la liquidità aziendale.

È bene ricordare che la liquidità è un valore immenso per l’azienda, quanto immenso è il valore del suo esatto calcolo.

Possedere strumenti in azienda che permettono di definire la liquidità è quindi un plus che ogni imprenditore merita di considerare non solo per poter disporre di dati concreti, ma per effettuare i migliori investimenti strategici in termini di tempo e di possibili rendimenti.

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